lunedì 12 ottobre 2015

Un duello tra Colossi




DAL CAPITOLO 11 "TRASFERTA A EST"


Immaginate le due torri di un castello. Due torri che si muovono, corrono e si spaccano l’una contro l’altra. Immaginate il fragore. Immaginate Mike Smithson, 2,05 metri, contro Jason Bolder, 2,07 metri. I contatti tra i loro corpi mastodontici sono micidiali e se le danno di santa ragione. Giovanni, dalla panchina, sente anche quello che si dicono.
«Allora, come sta quella troia di tua moglie?»
«Me la sbatto tutti i giorni insieme a tua madre.»
«Dimmi, se lo ricorda com’è fatto un vero uomo?»
«Lo vedrà stasera, dopo che ti avrò rotto il culo.»
Le telecamere non fanno che puntare i due avversari. Continue statistiche li mettono a confronto. Quasi al termine del secondo quarto, Jason sta a 14 punti e 8 rimbalzi, Mike invece è già in ‘doppia doppia’, con 13 punti e 10 rimbalzi. Questa sfida lo esalta.
Lottano per la palla come bestie feroci. Ad ogni possesso si spingono, si graffiano, si allacciano con le braccia stringendosi in morse strette. In un taglia-fuori, per conquistare spazio a rimbalzo, Jason spinge l’avversario a terra. L’arbitro fischia il fallo. Mike, sentendosi umiliato, al limite della sopportazione, si rialza accecato dalla rabbia. Si dirige a passi decisi verso Bolder. In quel momento è una macchina assetata di sangue. Ogni ostacolo tra lui ed il suo nemico deve essere annullato. Jason gli fa segno di avvicinarsi, lo attende a petto gonfio e mento alto. L’arbitro si mette tra i due, Mike lo spinge via. L’ufficiale di gara inciampa e cade. Bolder afferra Mike per il collo, e quasi gli tira un pugno in faccia. È rissa. Le panchine entrano in campo. Il pubblico va in delirio. Chiunque cerchi di separare i due finisce a terra. Un giocatore di Boston si prende una gomitata in bocca. Il suo sangue schizza sul parquet. Solo l’intervento di Carolina Walk risulta decisivo per dividerli.
La decisione arbitraria è irrevocabile: i due giocatori sono immediatamente espulsi. Seguiranno giorni di squalifica. Accompagnano Mike fuori dal campo, sotto i fischi del Garden. Scott Bridge, assistant coach, ha una mano sulla sua spalla. «Portateci in palestra» - dice al servizio di sicurezza - «altrimenti questo vi demolisce lo spogliatoio.»
Mike ha bisogno di sfogarsi su un sacco da boxe.
Intanto, la sirena dell’intervallo lungo ferma il punteggio 49 a 43 per Boston. Livingstone pensa ad una tattica diversiva, mentre parla ai ragazzi...

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