sabato 19 settembre 2015

"Un uomo è solo di fronte a canestro, così come è sempre e comunque solo di fronte alle difficoltà della vita"


Vita e sacrificio, concentrazione e tiri liberi, Zen giapponese e basket ?!?

DAL CAPITOLO 18 "ZEN MASTER"

«Un tiro libero può essere fondamentale per l’esito di una partita. Perché tuttavia molti giocatori in NBA hanno medie imbarazzanti ai liberi? Perché da cinquant’anni non c’è stato nessun miglioramento nella media dalla lunetta? La verità va cercata nel nostro stile di vita, anche fuori dal campo da basket. Facciamo caso ad ogni cosa, tranne che alle nostre emozioni. Ci conquistiamo un posto nel mondo, lottiamo ogni giorno, ma spesso non abbiamo un dialogo minimo con noi stessi».
«Parliamo dei tiri liberi. Quando tirate, vi concentrate sull’aspetto atletico e fisico di questo gesto, perché vi hanno insegnato così. Nessuno però vi ha mai insegnato a gestire l’aspetto emozionale della cosa. Davanti al canestro siete soli. Gli avversari vi parlano, i compagni vi incoraggiano, il pubblico urla e vi distrae. Ma, in sostanza, il tabellone è come uno specchio. Siete soli di fronte a voi stessi, soli di fronte alle vostre emozioni.»


III

«Ora ascoltatemi. L’allenamento fisico e costante è la base. Ma è ancora più importante la preparazione emozionale. Se in partita non sarete concentrati e nella giusta disposizione mentale, tutti i vostri sforzi saranno vani».
«È necessario innanzitutto che sappiate gestire le vostre emozioni sul campo. Dovete lasciare dietro di voi la paura, l’ansia da prestazione, i problemi esterni. Controllate la vostra respirazione ed imponete il giusto ritmo al vostro corpo. Il tiro libero dev’essere un atto gratuito, disinteressato, svincolato da ogni logica o problematica, estraneo ad ogni tipo di anticipazione futura o paura del passato, sciolto dall’influenza del risultato o dell’effetto imminente. Fate in modo che esista solo l’istante del tiro, solo il presente. Il resto dev’essere escluso».
«Dovete svuotare la mente ed eseguire il movimento in automatico. Spegnete la vocina che parla nella vostra testa. Solo così la mente sarà vuota, limpida come acqua. Per riuscire a liberare la vostra mente dovete focalizzarvi su un’immagine, oppure cercate il vostro mantra: una parola che, ripetuta più volte, vi porti ad un’assoluta concentrazione. Potete ripetere la parola ‘canestro’ o ‘punto’, oppure anticipare il suono della palla che passa nella retina».

«Fino a qualche anno fa, per concentrarmi, ripassavo il noto haiku del maestro giapponese Matsuo Bashō.

Antico stagno
Una rana si tuffa -
Rumore d’acqua.

Quella che a prima vista potrebbe sembrarvi un’immagine banale, racchiude dentro sé una profonda immagine d’armonia dell’universo. Provate a visualizzare lo stagno, antico, immobile, perfettamente silenzioso. Immaginate la rana che si tuffa. Sentite l’impercettibile suono dell’acqua e poi, ancora, il silenzio. Ecco il suono del vostro tiro. Avete mai pensato al suono del vostro tiro? È un istante che partecipa all’universo. Annullate la vostra individualità e fondetevi al puro evento. Uscite da voi stessi. Voi siete l’universo. Voi siete la rana, voi siete lo stagno, voi siete la goccia d’acqua. Voi siete il tiratore, la palla da basket, la retina, il cerchio, il canestro. Voi siete il tiro. Annullate il pensiero. Annullate la folla. Siete nell’antico stagno e non sarete voi a decidere quando la rana vorrà tuffarsi. Godetevi il silenzio. Tutto avverrà da sé. Rendete automatico quel gesto, senza accompagnarlo col pensiero. Il vostro tiro non è importante. Il risultato della partita non è importante. Siete solo un granello di polvere che partecipa all’immensità dello spazio e all’infinità del tempo. Il canestro, la partita, la serie, la nostra intera vita…conta quanto il suono d’acqua della rana che si tuffa.»
Dopo aver parlato, con gli occhi chiusi, immobile sulla linea dei tiri liberi, Yuki mette a segno uno dopo l’altro tutti i palloni che un assistente gli passa tra le mani. Ne butta dentro una cesta intera, senza mai toccare il ferro. Nella palestra regna uno stupefatto silenzio. Risuona solo lo schiaffo della retina, e poi i rimbalzi sempre più brevi del pallone a terra. Poi, ancora: silenzio, retina, rimbalzi del pallone.
«Dovete visualizzare il vostro tiro. Allenatevi a tirare senza pallone. Immaginate la sfera nelle vostre mani. Completate il movimento in armonia con l’aria attorno a voi. Ricreate la dinamica, rendetela automatica. Ripetete l’esercizio molte volte. Tracciate nella vostra mente la perfetta traiettoria del pallone. Fatelo decine di volte. Poi iniziate a tirare veramente.»



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http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/189246/nba-lultimo-canestro-2/


 

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