Madison Square Garden
DAL CAPITOLO 10 "MADISON SQUARE GARDEN"
«DE-FENSE! DE-FENSE!»
Su diciottomila spettatori presenti, almeno la metà sta urlando a squarciagola per spronare la propria squadra a difendere duro sugli avversari. Gli altri addentano un hot dog, oppure tracannano birra dai bicchieroni da un litro.
«DE-FENSE! DE-FENSE!»
Il pubblico sembra divertirsi. È Natale e la squadra di casa sta vincendo. Sono stati distribuiti berretti da Santa Claus e i bambini hanno gadget e trombette. Il “menu offerta” per la partita regala un waffel con cioccolato caldo ogni dieci dollari di consumazione. Tutti i più caramellosi jingle natalizi, anche in salsa rock, movimentano i time-out.
Su diciottomila spettatori presenti, almeno la metà sta urlando a squarciagola per spronare la propria squadra a difendere duro sugli avversari. Gli altri addentano un hot dog, oppure tracannano birra dai bicchieroni da un litro.
«DE-FENSE! DE-FENSE!»
Il pubblico sembra divertirsi. È Natale e la squadra di casa sta vincendo. Sono stati distribuiti berretti da Santa Claus e i bambini hanno gadget e trombette. Il “menu offerta” per la partita regala un waffel con cioccolato caldo ogni dieci dollari di consumazione. Tutti i più caramellosi jingle natalizi, anche in salsa rock, movimentano i time-out.
In mezzo a claps, cori, musica e percussioni, Giovanni si sente come stordito. Non si accorge che Livingstone lo sta chiamando. Per fortuna il compagno di panchina lo riporta alla realtà con uno scossone. Allora gli arriva la voce stridula del coach: «Tyron! Muovi il culo e vieni qui!»
Come un gatto colpito dalla fionda di un ragazzetto dispettoso, Gio si precipita di fronte all’allenatore. «È il tuo momento. Preparati ad entrare al posto di Jack!» Seguono le indicazioni del coach, urlate nell’orecchio e condite da numerosi sputacchi: «Non cagarti sotto adesso! Pensa solo a smarcarti e a ricevere palla. I ragazzi sanno come fare. Al primo tiro che sbagli ti rimetto in panchina! Mostrami le tue palle italiane, adesso!»
Vuoi per il frastuono dei tifosi, vuoi per la velocità del parlato americano, vuoi per l’emozione, Gio capisce ben poco di queste parole. Però gli arrivano chiare e distinte le ultime esortazioni: «Show me your italian balls, now!»
I ragazzi in panchina ghignano sarcastici, quasi con aria di sberleffo. Mentre si sbarazza con un solo colpo dei pantaloni a strappo della tuta e si leva la maglia a manica lunga, gettandoli all’assistente, Gio si avvicina di corsa al banco della giuria, in attesa di entrare in campo. Fa un po’ di stretching ed osserva il tabellone centrale: restano 7 minuti e 12 secondi alla fine dell’ultimo quarto e la sua squadra è sotto di 16 lunghezze.
Come un gatto colpito dalla fionda di un ragazzetto dispettoso, Gio si precipita di fronte all’allenatore. «È il tuo momento. Preparati ad entrare al posto di Jack!» Seguono le indicazioni del coach, urlate nell’orecchio e condite da numerosi sputacchi: «Non cagarti sotto adesso! Pensa solo a smarcarti e a ricevere palla. I ragazzi sanno come fare. Al primo tiro che sbagli ti rimetto in panchina! Mostrami le tue palle italiane, adesso!»
Vuoi per il frastuono dei tifosi, vuoi per la velocità del parlato americano, vuoi per l’emozione, Gio capisce ben poco di queste parole. Però gli arrivano chiare e distinte le ultime esortazioni: «Show me your italian balls, now!»
I ragazzi in panchina ghignano sarcastici, quasi con aria di sberleffo. Mentre si sbarazza con un solo colpo dei pantaloni a strappo della tuta e si leva la maglia a manica lunga, gettandoli all’assistente, Gio si avvicina di corsa al banco della giuria, in attesa di entrare in campo. Fa un po’ di stretching ed osserva il tabellone centrale: restano 7 minuti e 12 secondi alla fine dell’ultimo quarto e la sua squadra è sotto di 16 lunghezze.
Mentre il gioco si ferma per un fallo sanzionato da due tiri liberi, una forte sirena risuona nel palazzetto ed annuncia il cambio. Jack Williams esce dal campo e lascia il posto a Gio battendogli un cinque: «Buona fortuna, amico».
L’entrata della matricola, nell’indifferenza del pubblico, è ripresa dalle telecamere e trasmessa sul megaschermo centrale del palazzetto, in diretta nazionale e mondiale: milioni di persone sono testimoni inconsapevoli di un nuovo debutto in NBA.
Non appena le sue scarpe toccano il parquet lucido del campo, il frastuono della folla scompare d’improvviso. Giovanni cerca la concentrazione dentro di sé. Sa che deve sfruttare il suo momento. Mentre il giocatore avversario esegue il secondo tiro libero, Jerry Vince, il playmaker della squadra, gli si avvicina: «Cerca di stare smarcato e ti servirò. Potrebbe essere in qualsiasi momento, anche quando sono in area, ok?»
Come andrà l'esordio di Giovanni in NBA?
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http://ilmiolibro.kataweb.it/libro/narrativa/189246/nba-lultimo-canestro-2/
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